Sono trascorsi vent’anni dall’alienazione dell’immobile
della Garitta, anche allora un consigliere comunale
approfittando delle difficoltà economiche che attraversava in quel momento
il Comune
divenne con la sua famiglia proprietario di quell'immobile.
A distanza di 20 anni la storia si ripete e un altro consigliere
comunale acquista un bene pubblico, questa volta però il comune ha messe in vendita un bene senza che vi fossero condizioni di dissesto finanziario.
Evidentemente essere consiglieri comunali
e partecipare alle aste dove si vendono beni comunali per taluni non rappresenta nessun
conflitto di interesse, nessun
problema etico-morale.
In entrambi i casi erano consiglieri comunali che appartenevano
alla stessa area politica.
Con altre maggioranze non è mai successo, significherà
qualcosa?
Domenico Marrone